Oggi ero alla FAO al lancio del "The State of Food Security and Nutrition in the World" report (#SOFI2018) - studio prestigioso condotto da FAO, WFP, IFAD, UNICEF e WHO.
Sala piena, presentazioni dai capi delle 5 agenzie delle Nazioni Unite che hanno prodotto il report. I dati sono allarmanti: negli scorsi anni il numero di persone che soffrono la fame e' aumentato: parliamo di 821 milioni di persone. L'analisi rivela che conflitti e cambiamenti climatici sono le principali cause di questo aumento - in realta' anche la popolazione mondiale sta aumentando e quindi le diseguaglianze nella distribuzione delle risorse.
UNICEF in particolare ha snocciolato dati relativi alla malnutrizione (intesa sia come carenza di cibo che come obesita') nei minori: 151 milioni di bambini malnutriti, 38 milioni di bambini sovappeso. Trend in crescita, e mi chiedo ancora come sia possibile che i grandi lascino morire di fame i bambini o li imbottiscano di merendine e Coca Cola, me lo chiedo come quando mia madre mi faceva vedere le immagini dei bambini del Biafra alla televisione e mi diceva "mangia tutto, che nel mondo ci sono bambini che non hanno niente". E io mangiavo, ma non capivo.
Allora tutti intervengono con ricette (progetti che se "scaled up" cambieranno la vita di milioni di persone, richieste di maggiori investimenti di lungo termine ai Donatori), domande sulla sovra-produzione e lo spreco, sulle diete bilanciate con meno carne e meno cibi processati, sulla fine dei conflitti in Siria, Yemen, Iraq, Sud Sudan, sul supporto ai piccoli agricoltori del sud del mondo.
Poi arriva lei. La dottoressa Axelrod del WHO, che accanto a tutti gli onorabili spunti di cui sopra ne aggiunge uno di valore inestimabile: "Supportate le donne nell'allattamento al seno! Fatele allattare quanto vogliono! Ve lo dico da pediatra e da mamma (e da rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', scusate se e' poco - nota mia)". Cruciale in un mondo che non crede nel potere delle mamme, demonizza l'allattamento al seno in pubblico, obbliga le lavoratrici a togliere il latte materno nei primi mesi di vita - sostituendolo con prodotti artificiali in polvere.
Un tempo credevo che cambiare il mondo fosse possibile, ci credevo DAVVERO. Facevo corsi di educazione allo sviluppo nelle scuole, perseguivo comportamenti etici ed una carriera nello sviluppo, che ho conseguito, ho studiato e viaggiato tanto, in tutto il mondo.
Ma 821 milioni di persone affamate sono tante, troppe, e oggi mi sento demoralizzata ed impotente. Vorrei che lo "scaling up" del progetto di turno cambisse davvero le cose invece di metter qualche pezza, seppur necessaria. La verita' e' che l'impegno al cambiamento deve essere di tutti e prima di tutto politico. Purtroppo solo i governi possono mettere in piedi misure contro le discuguaglianze, programmi di welfare che perseguano il BENESSERE dei cittadini con bambini e gruppi vulnerabili al centro, potenziamento di scuole, istruzione, cultura, misure efficaci e transnazionali contro gli effetti del cambiamento climatico, misure restrittive sulla produzione e la commercializzazione delle armi.
Ma anche noi nel nostro piccolo possiamo impegnarci a cambiare dieta, adottare stili di vita sostenibili e e proteggere i piccoli cittadini di domani.
Sala piena, presentazioni dai capi delle 5 agenzie delle Nazioni Unite che hanno prodotto il report. I dati sono allarmanti: negli scorsi anni il numero di persone che soffrono la fame e' aumentato: parliamo di 821 milioni di persone. L'analisi rivela che conflitti e cambiamenti climatici sono le principali cause di questo aumento - in realta' anche la popolazione mondiale sta aumentando e quindi le diseguaglianze nella distribuzione delle risorse.
UNICEF in particolare ha snocciolato dati relativi alla malnutrizione (intesa sia come carenza di cibo che come obesita') nei minori: 151 milioni di bambini malnutriti, 38 milioni di bambini sovappeso. Trend in crescita, e mi chiedo ancora come sia possibile che i grandi lascino morire di fame i bambini o li imbottiscano di merendine e Coca Cola, me lo chiedo come quando mia madre mi faceva vedere le immagini dei bambini del Biafra alla televisione e mi diceva "mangia tutto, che nel mondo ci sono bambini che non hanno niente". E io mangiavo, ma non capivo.
Allora tutti intervengono con ricette (progetti che se "scaled up" cambieranno la vita di milioni di persone, richieste di maggiori investimenti di lungo termine ai Donatori), domande sulla sovra-produzione e lo spreco, sulle diete bilanciate con meno carne e meno cibi processati, sulla fine dei conflitti in Siria, Yemen, Iraq, Sud Sudan, sul supporto ai piccoli agricoltori del sud del mondo.
Poi arriva lei. La dottoressa Axelrod del WHO, che accanto a tutti gli onorabili spunti di cui sopra ne aggiunge uno di valore inestimabile: "Supportate le donne nell'allattamento al seno! Fatele allattare quanto vogliono! Ve lo dico da pediatra e da mamma (e da rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', scusate se e' poco - nota mia)". Cruciale in un mondo che non crede nel potere delle mamme, demonizza l'allattamento al seno in pubblico, obbliga le lavoratrici a togliere il latte materno nei primi mesi di vita - sostituendolo con prodotti artificiali in polvere.
Un tempo credevo che cambiare il mondo fosse possibile, ci credevo DAVVERO. Facevo corsi di educazione allo sviluppo nelle scuole, perseguivo comportamenti etici ed una carriera nello sviluppo, che ho conseguito, ho studiato e viaggiato tanto, in tutto il mondo.
Ma 821 milioni di persone affamate sono tante, troppe, e oggi mi sento demoralizzata ed impotente. Vorrei che lo "scaling up" del progetto di turno cambisse davvero le cose invece di metter qualche pezza, seppur necessaria. La verita' e' che l'impegno al cambiamento deve essere di tutti e prima di tutto politico. Purtroppo solo i governi possono mettere in piedi misure contro le discuguaglianze, programmi di welfare che perseguano il BENESSERE dei cittadini con bambini e gruppi vulnerabili al centro, potenziamento di scuole, istruzione, cultura, misure efficaci e transnazionali contro gli effetti del cambiamento climatico, misure restrittive sulla produzione e la commercializzazione delle armi.
Ma anche noi nel nostro piccolo possiamo impegnarci a cambiare dieta, adottare stili di vita sostenibili e e proteggere i piccoli cittadini di domani.
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