Saturday, September 03, 2005


ok lo ammetto...quando l'ho visto, una sera mentre rientravo a casa, di fronte al portone, non ho resistito. Era piccolo, nero come il carbone della shisha con due occhioni verdi che mi fissavano. Stava lì, fermo, sembrava che aspettasse solo me. L'ho raccolto da terra, stava perfettamente nella mia mano. Ho guardato Jo e in quel momento è intervenuta la bawaba, la portinaia, che con un sorriso sdentato mi ha invitato a prenderlo con me. Così, nonostante in casa ci fosse già un altro gatto, il piccolo 26 (twentysix o sittauashirin) è stato adottato dalla nostra famiglia.
E' talmente vispo e vivace che alle volte lo vorrei lanciare dal sesto piano del mio palazzo. Ma appena ci si avvivina comincia a fare le fusa, il che allontana immediatamente ogni piano malvagio nei suoi confronti. Una volta ho pensato di lasciare casualmente la porta dell'appartamento aperta, per vedere se se ne andava di sua spontanea volontà e non sentirmi in colpa...ma la verità è che quando rientro a casa chiudo sempre accuratamente la porta dietro di me e subito mi dirigo in cucina verso l'amadio dove sono riposte le crocchette....
PS mi chiedo: vivo in un Paese in via di sviluppo, dove una buona fetta della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà... e io spendo soldi per le crocchette e la sabbietta dei gatti. Forse aveva ragione mia mamma che per tutta la durata del suo soggiorno cairota li ha nutriti a spaghetti!!!

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