Sunday, July 30, 2006

Sarajevo



Sarajevo è magica. Una città che si snoda in una stretta valle, circondata da splendide anche se tristemente note colline, con un clima mite e a volte frizzante (di notte) e che si concentra attorno ad una strada che è prima industriale, poi comunista, poi austro ungarica ed infine turca. Una città dove i minareti svettano sui campanili e dove la stella di David guarda di fronte a sè una Madonna con Bambino. Dove i segni di una guerra sanguinosa (che altro potrebbe essere una guerra?) sono ancora lì, sulle pareti e sui marciapiedi, bucati da pallottole e granate. Mi chiedo cosa ci sia nei cuori della gente, io che all'epoca della guerra facevo volontariato alla Caritas ed ho conosciuto i profughi che scappavano dalla ex-Yougoslavia ...
Eppure Sarajevo oggi è viva e vivace, bellissime ragazze bionde su scarpe altissime passeggiano sulla strada pedonale principale, facendosi ammirare nelle loro gonne cortissime e nei top strizzati. Venditori ambulanti vendono di tutto per strada, musica e concerti abbondano, così come le grandi catene di negozi (in primis Benetton).
Anche se ovunque si vedono le macchie bianche dei cimiteri, nel parco, sulle colline, testimonianza di una popolazione che ha sofferto parecchio e che per miracolo è sopravissuta a 3 anni di assedio, circondata da cruenti cecchini che sparavano a vista su qualsiasi cosa si muovesse, uomini , donne e persino cani. Tutti rischiavano di cadere a terra con un buco in testa e nessuno poteva essere immune. (A proposito di questo, date un'occhiata al sito di Roger Richards, Remember Sarajevo).
Stenterete a riconoscere la bella città verde e colorata di fiori che vedete nella foto accanto. Ammiro i Bosniaci e ammetto di essermi sentita subito a casa, forse perchè il paesaggio non è affatto diverso da quello friulano e perchè da sempre sono abituata a mangiare cevapcici e bere pivo...o forse per l'abbondanza di moschee (79% della popolazione è mussulmano. Prima della guerra la religionenon era praticata in maniera ortodossa - in fondo il governo era comunista - ma dalla fine del conflitto, grazie all'influenza ed al capitale Saudita, occorso a ricostruire moschee e minareti, sono apparsi uomini barbuti e donne velate, sinonimo di un Islam più puro e radicato).






E' apparsa anche la shisha (anche qui chiamata narghilè):


Nothing better than this and a pivo during a cool summer night in Sarajevo, 2006:


1 comment:

Josef Assad said...

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