Friday, January 12, 2007

Tre giorni a Beirut



Torno a Beirut dopo 6 mesi. Mesi in cui il Paese è stato ufficialmente in guerra e bombardato per 34 giorni. Torno perchè ho organizzato una conferenza sulla microfinanza "in conflict affected environment".

Mi aspetto di vedere un Paese devastato, l'aeroporto ridotto in macerie, strade dissestate e invece mi ritrovo quasi esattamente la Beirut che avevo lasciato. Evidentemente il centro della città non è stato colpito più di tanto dal conflitto, certo non quanto il Sud del Paese. Eppure si percepisce che qualcosa nella città non va. I palazzi ed i negozi sono sempre belli, nuovi e scintillati, ma circondati dal filo spinato. E ad ogni angolo ci sono dei carri armati, su cui si appoggiano robusti militari dotati di fucile.
E sulle strade, sui palazzi, accanto alla pubblicità della catena spagnola Mango, troneggiano enormi ritratti di Nasrallah, leader degli Hezbollah. Quelli non li ricordo affatto dal mio ultimo viaggio in luglio.

Il centro è praticamente inacessibile. Dimostranti campeggiano di fronte ai ministeri, dormono in tende di fortuna e si scaldano con dei fuochi improvvisati. Di notte infatti fa piuttosto freddo, mentre di giorno la temperatura è mite, quasi primaverile.

I militari sono ovunque, così come i posti di blocco. Stamane mi sono ritrovata a far colazione con un gruppo di soldati delle forze internazionali e ho pensato, una volta di più, che nel mondo manca davvero la coerenza e che nella natura umana "tutto è il contrario di tutto" ... fare colazione in riva al mare, in un hotel a 5 stelle, accanto ad un gruppo di soldati, in una Paese dove l'apparente normalità cela un tumulto sociale a fatica tenuto nascosto dal sottile velo della quotidianità..

foto:bloggingbeirut.com

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