Friday, December 14, 2007

Stiamo zitti e paghiamo le colpe dei padri

Scrive Stiglitz nella prefazione del libro Schiavi Moderni di Grillo (scaricabile da questo sito):

"Politiche volte all’aumento della flessibilità del lavoro, un tema che ha dominato il dibattito economico negli ultimi anni, hanno spesso portato a livelli salariali più bassi e ad una minore sicurezza dell’impiego. Tuttavia, esse non hanno mantenuto la promessa di garantire una crescita più alta e più bassi tassi di disoccupazione. Infatti, tali politiche hanno spesso conseguenze perverse sulla performance dell’economia, ad esempio una minor domanda di beni, sia a causa di più bassi livelli di reddito e maggiore incertezza, sia a causa di un aumento dell’indebitamento delle famiglie. Una più bassa domanda aggregata a sua volta si tramuta in più bassi livelli occupazionali. (..) L’Italia necessita di migliori politiche volte a sostenere la domanda aggregata; ma ha anche bisogno di politiche strutturali che vadano oltre - e non facciano esclusivo affidamento sulla flessibilità. Queste ultime includono interventi sui programmi di sviluppo dell’istruzione e della conoscenza, e azioni dirette a facilitare la mobilità dei lavoratori. Condivido l’idea per cui le rigidità che ostacolano la crescita di un’economia debbano essere ridotte. Tuttavia ritengo anche che ogni riforma che comporti un aumento dell’insicurezza dei lavoratori debba essere accompagnata da un aumento delle misure di protezione sociale. Senza queste la flessibilità si traduce in precarietà.

In Italia un precario ha una probabilità di esser licenziato nove volte maggiore di un lavoratore regolare, una probabilità di trovare un nuovo impiego, dopo la fine del contratto, cinque volte minore e fino al 40% dei lavoratori precari è laureato. Ma se li mettete a servire patatine fritte o nei call-center, perché spendere tanto per istruirli? "

Non riporto l'intera prefazione, ma vi invito a leggere il libro. Sono preoccupata per la mia generazione e per i miei coetanei. Ciò che mi spaventa in questo marasma di mutamenti sociali dettati da leggi cieche emesse da legislatori ben poco lungimiranti e per nulla preoccupati del bene pubblico, oprattutto futuro, del Paese, è la totale assenza di safety nets sociali che ci possano permettere una vita dignitosa di cittadini. Mi riferisco a quelli che fino a pochi anni fa sarebbero stati considerati dei servizi quasi "scontati" nella vita di qualunque cittadino italiano: un contratto di lavoro serio (malattia? ferie? maternità? garanzia per un mutuo?), servizi sanitari e servizi pensionistici.
Lo Stato ha l'obbligo garantire questi servizi ai cittadini, anche a costo di una maggiore imposizione fiscale (se bilanciata da adeguati servizi pubblici). Altrimenti, che ne sarà di noi?

Ci trasformeremo in un qualunque Paese in via di sviluppo, dove chi ha i soldi si può permettere le cure e chi non ne ha non avrà neppure accesso nell'edificio di un ospedale?

1 comment:

Anonymous said...

L'Italia necessita di .... meno politici, con meno privilegi, e con meno reddito a carico dei contribuenti, andassero a scopare le strade, a lavorare negli altiforni o a girare hamburger nei fastfood per un paio di mesi prima di prendere incarichi al parlamento avrebbero più conoscenza di quello che vuol dire sopravivere ... ma tutto questo nel mondo dei sogni chiamato UTOPIA ...