Sunday, November 14, 2010

Il corpo delle donne

Lorella Zanardo racconta di quando, sull'autobus della linea 94 di Milano, dove tutti morivano di caldo e nessuno faceva niente per migliorare la situazione, ha preso l'iniziativa di aprire i finistrini. "All'inizio questa mia impresa prevedeva coraggio e determinazione: dal secondo finestrino in poi infatti, tutti gli sguardi erano su di me, alcuni interrogativi, altri impassibili, e io mi sentivo comprensibilmente imbarazzata, mi pareva di star facendo qualcosa di ardito o sconveniente". Ma poi, continua Lorella, gli sguardi diventavano azione e alla fine, tutti i passeggeri si sentivano coinvolti nell'impresa: chi si spostava per farle spazio, chi l'aiutava ad aprire i finestrini, chi ne apriva di propria iniziativa. A quel punto, una domanda nasceva spontanea: "Ma scusate, se avevate caldo, perchè non li avete aperti voi i finestrini?". Risposta: era arrivato così dal depostito. Come dire: la situazione era questa, che avremmo dovuto fare? Accettazione passiva.

Il "teorema della 94" è per Lorella una metafora. Su come le persone siano così assuefatte e passive, da non reagire a situazioni che necessiterebbero di una mobilitazione popolare di massa, come la mercificazione del corpo femminile in televisione, alle volte così grottescamente abberrante da lasciare allibiti. E' allibito chi, come me, non guarda la televisione. Lo è di meno chi la guarda sempre e ormai non ci pensa neppure che una donna accovacciata sotto un tavolino di plexiglas costituisce un'umilazione inaccettabile oppure che ascoltare le discussioni sul seno di una concorrente del Grande Fratello è una gran perdita di tempo. La vita è breve, perchè sprecarla ad ascoltare discussioni vacue ed inutili?

Così Lorella ha deciso di aprire un altro finestrino ed ha realizzato un video che s'intitola Il corpo delle donne, per denunciare questa visione distorta che i media danno delle donne in TV. per stimolare una discussione. Per rispondere alla domanda: "perchè accettiamo questa umiliazione? Ma soprattutto: di cosa abbiamo paura?". E prechè "qualcuno deve occuparsi di quello che non funziona, per far sì che le cose cambino".

Il documentario dura un ventina di minuti, e può essere agilmente guardato su questo sito.

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