Tuesday, January 18, 2011

Piovono le bombe, fioriscono le mine

Due anni fa, una famiglia di Quarara, nella Striscia di Gaza, mi offriva le ultime arance degli alberi che non esistevano più, estirpati dai bulldozer. E il miele, prodotto dalle api le cui arnie erano arse, insieme alle case e alle vite di tante persone. Che con le fasce attorno alle braccia guardavano nel vuoto sopra una distesa di macerie. Non avrei voluto mangiare quel miele, di colpo divenuto così prezioso, ma era importante condivdere quel momento.

In questi due anni, tante piccole storie di quotidiana abberrazione si sono succedute su quella terra, ma non hanno mai raggiunto le pagine dei giornali. Una tra tante, quella di Shaban Karmout, ucciso a bruciapelo. La sua colpa: aver costruito, 30 anni fa, la sua casa accanto all'attuale buffer zone. Ma Shaban non è Ruby, e noi tutti ci annebbiamo la mente dietro a scandali inesistenti.

Ma per chi le vive, queste realtà, è impossibile rimanere indifferenti. La nostra operatrice sul campo oggi mi ha contattata su Skype, come ogni giorno. Solo che oggi ha esordito con un "sono scampata per un soffio ad un'esplosione nella scuola di Quarara.". Si stava recando lì per lavoro, per poco non è stata coinvolta in un'esplosione che ha lasciato 3 ragazzi feriti. In una scuola, dove si cerca di costruire un futuro, dove i ragazzi dovrebbero stare al sicuro, certi del diritto di essere protetti da ogni forma di violenza.

"No, non m’importa degli spari. Se succede qualcosa di brutto noi esseri umani moriamo una volta sola, e solo Dio sa quando arriverà la mia ora per morire. Io dormo qui alcune volte e non m’ importa di morire, sento sempre i carri armati e bulldozer invadere la mia terra e non mi importa più quello che fanno. "
Shaban Karmout (dal blog Guerrilla Radio)

La notizia riportata dall'ANSA: http://www.ansamed.info/it/cronaca/news/MI.XAM04697.html

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