Thursday, February 17, 2011

मुंबई

Sveglia alle 5 del mattino; corsa all'ATM più vicina perpagare il conto all'albergo che non accetta le carte di credito; attesa (il tipo della reception che contai soldi); taxi; check in; veloce caffè; corsa verso il gate.
Il mio collega Joe ed io ci sediamo in aereo stremati.
Attesa.
A Delhi c'è una nebbia così fitta da fare seria concorrenza alla pianura padana. Infatti l'aereo non decolla. Aspettiamo.
Ad un certo punto Joe estrae dalla sua borsa un barattolo di Nescaffè e chiede due bicchieri d'acqua calda. Accampati in aereo,ci prepariamo per passare il tempo un caffè semi-home-made.
Riusciamo a decollare 3 ore dopo, arrivando a Mumbai (ma a me piace ancora chiamarla Bombay) alle 13.30 anzichè alle 10.00.

Bombay mi piace subito, molto più di Delhi. Qui si respira un'aria molto più indiana; il traffico è indisciplinato, c'è casino un po' ovunque: tettoie di latta che si alternano a palazzoni di vetro, baracche fumanti di olio fritto ed eleganti punti vendita di marche affermate, cani randagi e cappuccini fumanti al The Coffee Bean and Tea Leaf.

"Tutto è come precipitato in questo momento di pace carica e sporca. Il nostro arrivo su Bombay dall'alto: monticelli fangosi, rossastri, cadaverici, tra piccole paludi, verdognole, e una frana infinita di catapecchie, depositi,miserandi quartieri nuovi: parevano le viscere di un animale squartato, sparse lungo il mare e,su queste viscere, centinaia di migliaia di piccole pietre preziose, verdi, gialline,bianche che brillavano teneramente; (..) le prime facce indiane appena fuori dall'aeroporto; i tassisti, i ragazzi loro aiutanti (..) e la corsa, come una fenditura attraverso la città". (P.Pasolini "L'odore dell'India"). 

1 comment:

miguel said...

Saper scrivere bene è un arte, se un giorno decidi di scrivere un libro fammi sapere, altrimenti mi accontenterò di questo blog.
Un saluto