Sunday, March 04, 2012

E' stata una cara amica a segnalarli su Facebook, due TED talk che hanno molto in comune. 1) sono entrambi condotti da donne 2) parlano di caratteristiche intrinseche di alcune persone da un punto di vista di collocazione all'interno della società moderna 3) valorizzano caratteristiche generalmente rifiutate dalla suddetta società.




Susan Cain, autrice del libro "The quiet revolution" parla del "power of introverts", del potere degli introversi, di coloro che preferiscono la compagnia di un buon libro ad un bagno di folla. La distinzione secondo l'autrice è tra coloro che necessitano continuamente di stimoli esterni e coloro che invece producono, pensano e danno il loro meglio in un ambiente più tranquillo. Secondo Susan, la società moderna che impone fin dalla scuola ambienti condivisi, lavori di gruppo, open space in ufficio obbligandoci costantemente ad un'esposizione all'altro, è una forzatura. Non risponde ai bisogni di almeno metà della popolazione, che appartiene alla categoria degli introversi e a cui appartenevano, secondo l'autrice, grandi menti come Gandhi, e grandi leader spirituali come Gesù o Maometto. La società moderna, frutto dell'urbanizzazione che ci mette sempre di fronte a sfide in cui dobbiamo dimostrare a degli sconosciuti il nostro valore, forza anche in chi non ne è dotato elementi di estroversione, pena la non accettazione da parte del gruppo.
(per un approfondimento su questo tema rimando anche a:

E qui si lega l'altro talk, quello di Brené Brown, che parla del potere della vulnerabilità. La Brown è una ricercatrice in scienze sociali ed è arrivata al concetto di vulnerabilità partendo dal bisogno fondamentale di ogni uomo di connettersi agli altri, in pratica di essere accettato. Brené ha studiato coloro che reputano che ciò che li rende vulnerabili li rende belli, e dunque accettabili, e che la vulnerabilità è necessaria poiché per connettersi con gli altri bisogna liberarsi dell'idea di "chi dovrei essere" per l'idea di "sono quello che sono". Ecco dunque che secondo la ricercatrice il problema della società è che noi cerchiamo di soffocare la vulnerabilità e ciò che ne consegue: la paura, il cordoglio, la vergogna, la delusione da un lato, sentimenti negativi che non vogliamo affrontare. Ma dall'altro soffochiamo paradossalmente anche i sentimenti positivi legati alla vulnerabilità: felicità, gratitudine, gioia. E ci perdiamo in un circolo vizioso di insoddisfazione.


No comments: