Il Guardian riporta i risultati di un'indagine condotta alla fine dell'anno scorso sui principali media americani secondo cui le donne tendono a non esprimere opinioni su argomenti quali la politica, l'economia e in generale a prendere posizioni forti in aree di decision making. Preferendo parlare (e scrivere) di argomenti "rosa" quali la gestione della famiglia, la cucina e così via. Fa anche riferimento alla questione dei diritti riproduttivi, che mi sembra molto pertinente in Italia in questo periodo storico. Mentre si parla di riforma della legge 194, e dei diritti delle donne di essere libere di scegliere se e come essere madri, il dibattito è ancora limitato a poche e circoscritte realtà (Se non ora quando, Pari o Dispare, InGenere e così via). Sembra che in America la situazione non sia molto diversa: le donne che si sono espresse su queste tematiche costituiscono il 53% dell'opinione pubblica, percentuale ancora troppo irrisoria per essere davvero determinante nell'influenzare l'opinione pubblica. Non mi stupisce allora che il nostro sia un Paese in cui è ancora così forte il fenomeno dell'obiezione di coscienza da parte di emdici ed infermieri sulla pillola del giorno dopo. E ciò influenza tutti gli ambiti della vita di una donna, dai salari alla conciliazione lavoro - famiglia. In America anche i dibattiti in TV (oltre che a Capitol Hill) sul controllo delle nascite, ad esempio, sono condotti quasi esclusivamente da uomini.
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