Saturday, July 21, 2012

Charles Baudelaire - Les fleurs du mal


Et puis, et puis encore? 


Dai viaggi che amara conoscenza si ricava!
Il mondo monotono e meschino ci mostra,
ieri e oggi, domani e sempre, l’immagine nostra:
un’oasi d’orrore in un deserto di noia!


Partire? restare? Se puoi restare, resta;
parti, se devi. C’è chi corre, e chi si rintana
per ingannare quel nemico che vigila funesto,
il Tempo! Qualcuno, ahimè! corre senza sosta,

come l’Ebreo errante e come l’apostolo, al quale non basta treno o naviglio,
per fuggire l’infame reziario; e chi invece sa ucciderlo senza uscire dal nascondiglio.

Infine quando ci metterà il piede sulla schiena, potremo sperare e urlare: Avanti!
E come quando partivamo per la Cina, gli occhi fissi al largo e i capelli al vento,

così c’imbarcheremo sul mare delle Tenebre col cuore del giovane che è felice di viaggiare.
Di quelle voci ascoltate il canto funebre e seducente: «Di qui! 
Voi che volete assaporare

il Loto profumato! è qui che si vendemmiano i frutti prodigiosi che il vostro cuore brama;
venite a inebriarvi della dolcezza strana di questo pomeriggio che non avrà mai fine!»

Dal tono familiare riconosciamo lo spettro; laggiù i nostri Piladi ci tendon le braccia.
«Per rinfrescarti il cuore naviga verso la tua Elettra!» dice quella cui un tempo baciavamo le ginocchia.



(Immagine: Chagall, L'Ebreo errante) 

1 comment:

Anonymous said...

Dunque lo spostamento, la partenza come distacco, l'illusione della conquista dell'approdo, la variazione curiosa, il falso abbandono, le nuove ricche sensazioni dell'esotismo.... niente aggiungono alla monotonia del vivere, alla fissità degradata della nostra condizione umana.
Partire o restare non fa differenza: la realtà esterna - qualunque essa sia - continua a riproporci instancabilmente l'immagine di noi stessi, mentre qualsiasi esterna proiezione nelle cose è impossibile