Saturday, December 01, 2012

Il Viaggio di Vittorio


Lo spazio dedicato alle presentazioni della Feltirnelli di piazza Colonna a Roma era gremita di gente ieri sera. C'era gente fin fuori dalla sala, seduta sulle scale. Capo basso, spalle avvolte nella kefia. Qualche fazzolettino appallottolato in mano, segno di un lutto che ancora tanti, chi per un motivo e chi per un altro, portano addosso.
Tutti lì, ad ascoltare le parole della mamma di Vittorio Arrigoni, Egidia Beretta. 

Una mamma che ha voluto da sempre dare l'esempio ai figli di una vita vissuta con valori solidi, solidale, aperta agli altri. "E tanti libri. Ci sono sempre stati tanti libri a casa nostra".
E che racconta di suo figlio, "non come un eroe, anche se poteva sembrarlo, eh?, così grosso, così alto". Ma come "un bambino che da piccolo scriveva temi su San Francesco e si descriveva con pochi denti e senza zanne, - perché non sono un lupo-". 
Quel bambino che è cresciuto con la voglia di scoprire il mondo, viaggi che la mamma raccoglieva tutti, dentro uno schedario che ha poi riaperto dopo la sua morte. Croazia, Perù, Palestina.. campi di lavoro, le fotografie di Vittorio in cucina. "Ricordo ancora il profumo di spezie della sua cucina", quella in cui potevano parlare e insieme confrontarsi, e in quel confronto crescere insieme.

Tutte le emozioni, i ricordi, il vissuto di questa mamma che ha soffocato la sofferenza della lontananza dal figlio quand'era in vita, ma che non riesce a soffocare il dolore di averlo perduto, sono concentrati nel libro "Il viaggio di Vittorio" che ieri ha presentato a Roma. Pagine che non hanno la velleità di essere letteratura; ma un semplice e toccante "racconto lungo" che permette a chi è ancora un po' orfano di Vittorio, di conoscerlo un po' meglio. Di non mitizzarlo nemmeno. Ma comunque di non dimenticarlo.


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