Friday, January 11, 2013

Grottesco spettacolo.



Ho deciso di scrivere stamattina, quando per strada ho visto una donna di mezza età, vestita modestamente, che usciva da un tabacchino grattando con speranza negli occhi un Gratta e vinci. E ho pensato che questa è l’Italia, la gente che non ha molto ma nel tanto spera, e ci spera nei modi più disparati.
In quel momento ho pensato al grottesco spettacolo di Berlusconi e Santoro, alle parole inutili, agli inutili, patetici balletti mascherati da simpatica ironia, alla faccia tosta di negare la più evidente realtà, alle parole trite, ritrite e digerite che ci vengono propinate da oltre vent’anni. Penso a tutto ciò e mi dico che non è cambiato proprio nulla, negli ultimi mesi.

Santoro e le giornaliste, che una volta di più vengono messe in un angolo, ridotte ad un bisbiglio mascherato di una bella presenza nonostante l’evidente, ma inutile, preparazione culturale e professionale. Non è questo il livello su cui gioca l’astuta comunicazione del Cavaliere. Ma neppure quella di Santoro, nervoso e patetico nel tentativo di mettersi sullo stesso piano del suo ospite con battute pungenti, con il risultato di fare costantemente il gioco dell’avversario.

Per quanto mi riguarda, l’atteggiamento più dignitoso ed apprezzabile è stato quello di Marco Travaglio. Il sorriso sicuro che mostrava alla lettura della “letterina” a lui dedicata dal Cavaliere, che snocciolava minuto dopo minuto le accuse ed i processi in corso del giornalista, con rabbia e fastidio malcelati. Quel gesto fatto ad un Santoro furioso come a dire: “lascia fare, lascialo parlare, non è importante”.

Ecco. Vorrei ci rendessimo conto tutti che Berlusconi, grande uomo di comunicazione, non ha alcun contenuto, alcuna dignità, alcuna coerenza. Quello che dice non è affatto importante per le nostre vite. A queste condizioni, non dovrebbe essere ascoltato. Eppure ieri sera eravamo tutti lì, davanti allo schermo. Ed oggi siamo tutti qui a parlarne. Tutti, ma forse non la signora che stamattina sperava in una svolta nella sua vita strofinando una moneta su un pezzo di carta plastificata.

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