Wednesday, July 03, 2013

Cosa sta succedendo in Egitto?

Cosa sta succedendo in Egitto? I media internazionali parlano chiaramente di colpo di stato militare; criticano gli Egiziani per avere la memoria corta, per aver già scordato che nell'immediato post-Mubarak il Consiglio Supremo delle Forze Armate (gli SCAF) aveva preso il potere, per gestire una situazione allora unica nella recente storia del Paese. Sostengono che nonostante tutto Morsi è stato democraticamente eletto e supportano l'idea di una soluzione che avrebbe dovuto essere politica, non militare. Che è deprimente che ancora una volta un Paese arabo debba scegliere tra un regime militare ed il fondamentalismo religioso.

Gli Egiziani su Facebook lanciano appelli d'allarme contro le "falsità" diffuse dai media internazionali. Confutano queste ipotesi ed esultano orgogliosi al potere del popolo egiziano: "The power of people is stronger than the people in power" recita una maglietta che ho acquistato due anni fa in piazza Tahrir. Parlano di "colpo della gente" e non di "colpo militare". Coprono le loro bacheche con entusiasti "Allah akbar e alleluia" mentre parlano di un Egitto che sta definendo una nuova democrazia. E parlano di "ogni singolo minuto trascorso a Tahrir come ben speso, davvero!", tra bandiere, fuochi d'artificio e canti. Nessuna menzione alle violenze sessuali di gruppo che sembra abbiano dovuto subire decine di donne, in mezzo a quella folla festante, ma anche determinata, incontrollabile e feroce.

Morsi dal canto suo segue la moda e risponde sui social network, confermando di non accettare il colpo di stato mentre Adly Mansour viene già citato come il sesto presidente egiziano. 

In questa matassa intricata, la sola frase che mi è sembrata paradossalmente sensata nella sua ironia è questa: "Nasser, Sadat e Mubarak hanno cercato di liberarsi dei Fratelli musulmani, ma solo Morsi ci è davvero riuscito". 

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