Questa mattina non ho potuto fare
altro che interrogarmi su cosa significhi vivere in una grande città, e sulla
scarsa qualità della vita metropolitana. Badate: ho passato il week end in
Emilia Romagna, dove vedi passeggiare famiglie con bambini sulle strade
pedonali e persone in bicicletta, e dove il senso civico si respira a pieni
polmoni. Soprattutto quando paragonato a quello romano, purtroppo al limite
dell’inesistente. La strada sotto casa pullula di ogni sorta di immondizia, da
vestiti usati ad escrementi di varie specie viventi (temo anche quella umana). L’arrivo
alla metropolitana è una gimcana, l’ingresso alla metropolitana altrettanto. Ma
la cosa peggiore è arrivare, in un treno pieno zeppo, alla stazione Termini e
constatare che non c’è lo spazio materiale per uscire dal vagone. Non resta
dunque che spingersi ed intrufolarsi tra la folla, cercando la propria uscita.
Al termine di questa operazione, si contano i danni. La cerniera del giubbotto
sfaldata a causa dello sfregamento con la folla, e una ragazza svenuta a terra
a causa della calca. Rifletto sull’impatto devastante di questa operazione
nella quotidianità ..
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