Thursday, April 23, 2015

Se la storia si facesse con i "se" ..


Qualche anno fa, cercavo qualcuno che partisse per un progetto in Libia. Tra i vari candidati, avevo selezionato Giovanni Lo Porto. Nel giro di pochi giorni, il nostro progetto non era stato approvato dal donatore, e Giovanni mi aveva chiamata per dirmi che aveva accettato un altro lavoro: stava per partire per il Pakistan.

Da allora sono passati 4 anni, Giovanni è stato rapito, noi lo abbiamo pensato da lontano, rispettando la volontà della famiglia di mantenere il silenzio stampa. Poche parole per Giovanni, ma tanta speranza che potesse tornare a casa, soprattutto dopo il rilascio del collega tedesco rapito con lui. Sembrava fossimo lì lì, poi la notizia. Giovanni è morto. Buco allo stomaco. Per mano di un drone americano. Le carte in tavola si mescolano, la questione assume toni politici. Morte per mano di fuoco amico, ben più difficile da accettare rispetto alla morte per mano del nemico talebano. Giovanni muore in gennaio, e ce lo dicono a fine aprile. Obama prende responsabilità, si scusa. L'America pagherà, per una delle tante casualities che per volontà del destino è di nazionalità europea e non si può ignorare come tanti altri civili uccisi da interventi chirurgici condotti da aerei senza pilota, qui come in tanti altri paesi al mondo.

Giovanni è morto, ed era uno di noi. Lo abbiamo atteso invano. 

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