Wednesday, December 05, 2018

La notte di San Niccolo'



Paradossalmente mi sono messa a studiare su Internet le storie, leggende e tradizioni della notte di San Niccolo', per raccontarle a mio figlio. Fanno parte della tradizione del ramo della mia famiglia bisiacca, che purtroppo ho perso. Ricordo vagamente una bambola regalatami da nonna Maria per San Niccolo' - un po' prima di Natale, un anticipo degli altri regali che avrei riceuto poi dal Bambin Gesu'. Si', perche' all'epoca da noi nella Bassa non passava Babbo Natale, ma Gesu' Bambino che condivideva con noi i doni il giorno del suo compleanno.

Leggo allora sul sito del Messaggero Veneto che "lo studioso friulano Valentino Ostermann, riportando le tradizioni e i riti di maggior rilievo folclorico del suo tempo – l'Ottocento – nel volume 'La vita in Friuli' (pubblicato la prima volta nel 1894, recentemente ristampato da Del Bianco Editore), sottolineava che «San Niccolò di Bari è anche da noi (in Friuli) patrono degli scolari. La vigilia di San Niccolò i fanciulli mettono alla finestra una calza, una scarpa o un piatto. I santo passerà sul suo asinello e lascerà loro chicche e giocattoli». Assieme al piatto era tradizione lasciare sul davanzale della crusca, del fieno e dell'acqua per l'asinello che trasporta le pesanti bisacce del santo. Il mattino seguente i bambini avrebbero trovato frutta secca, monete di cioccolata, mandarini, mele rosse e, a testimonianza che di lì era passata la magica processione, anche un piccolo Krampus di pane dolce o di panpepato con la lingua di carta rossa e con in mano una verga. Una variante confeziona due diversi pani dolci che simboleggiano entrambi gli antagonisti perciò detti i vèscui e i gìani. Specificava infine Ostermann: «A Udine e nel Friuli pianigiano, i regali non li porta San Niccolò, ma Santa Lucia, 13 dicembre».

Stasera metteremo un piattino per il Santo e il suo asinello vicino alla finestra ...

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