Ho resistito solo pochi minuti
alla puntata di Report in cui si parlava delle inchieste della magistratura di
Cuneo sulle carni dopate (riporto dal sito della trasmissione):
“Senza due inchieste della
magistratura di Cuneo oggi le carni dopate di migliaia di vitelli sarebbero
finiti sulle tavole. E bastato corrompere un veterinario della Asl e due grandi
allevatori italiani di vitelli avrebbero potuto fare i loro sporchi affari
sulla pelle degli ignari consumatori. Eppure tutti, dai grossisti ai
macellatori, sapevano dell’utilizzo delle siringhe agli anabolizzanti. Ma per
scoperchiare il sistema è stata necessaria un’indagine degna dell’antimafia,
con intercettazioni e pedinamenti, e questo perché i controlli non avevano
rilevato nessuna anomalia. I nostri ministri negli anni hanno decantato un
sistema di controllo efficace che però efficace non è. E gli allevatori ne sono
ben consapevoli visto che alcuni di loro sanno come aggirarlo, e anche i nostri
ministri. Gli unici che non lo devono sapere sono i consumatori, che anzi,
vanno rassicurati, perché se fossero informati di come funziona effettivamente
la filiera, non comprerebbero più. Report racconta cosa si nasconde dentro quelle
stalle: dall’uso sistematico dei farmaci (lecito), all’incapacità del sistema
di controllo, europeo e quindi italiano, a scovare i trattamenti illeciti.
Dall’inchiesta emerge anche come la politica europea ha consentito negli anni
di aggiungere di tutto al latte artificiale. Alla fine viene il sospetto che
tutti chiudano gli occhi per agevolare l’industria dell’allevamento intensivo.”
Resto felice della mia scelta di
non consumare la carne, per ragioni di salute (ingoiare antibiotici ed
anabolizzanti non è il massimo) ed etiche (le mucche dovrebbero starsene a
pascolare su un prato, non in batteria a mangiare schifezze e subire ogni sorta
di nefandezza). Credo che il consumo di carne faccia parte della nostra cultura
e mi sembra tutto sommato normale che faccia parte delle abitudini della
maggior parte degli italiani, ma resto convinta che il consumatore dovrebbe
almeno cercare di far pressione affinché la crudele ed ingiusta pratica dell’allevamento
intensivo senza scrupoli venga definitivamente fermata.
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