
(..) Il fatto è che in Occidente siete del tutto all'oscuro di quanto sta accadendo nel mondo arabo, dove il tema centrale che sta mobilitando le élites come le masse è il caos digitale introdotto dalle tecnologie informatiche e dal satellite, che hanno distrutto l'Hudud, quella frontiera che divideva il mondo in due aree: una privata e nascosta, dove si supponeva che le donne e i bambini fossero protetti, l'altra pubblica, dove i maschi adulti esercitavano la loro presunta capacità di risolvere problemi.
Mentre voi continuate a rappresentare la donna araba come sottomessa e velata, da noi capita che io, entrando in un caffé vicino all'università di Rabat per un appuntamento con un collega, scopra che l'intera clientela, per la maggior parte maschile, sta seguendo a tutto volume Al Arabia, la nuova rivale di Al Jazeera, perchè sullo schermo è apparsa Mai Al Khalifa. Che non è una cantante nè una danzatrice del ventre, è un'intellettuale che scrive libri e una delle prime donne ad avere avuto una posizione ufficiale nel ministero della cultura del Bahrein. Come lei, in questi anni nei Paesi del Golfo altre donne hanno assunto ruoli importanti. Sono quelle che io chiamo le Sheherazade digitali. La versione araba di Forbes, lo scorso dicembre ha elencato le 50 fra loro che sono più potenti. In Kuwait, la giovane Maha Al Ghunaim è vicepresidente e managing director della Global Investment House che 2004 ha avuto un profitto netto di 72,9 milioni di dollari. In Arabia Saudita, la poetessa Nimah Ismail Nawwab è stata il primo autore (uomini inclusi) a firmare i suoi libri in pubblico, nella più grande libreria di Jedda. Quanto agli Emirati Arabi Uniti, il ministro dell'economia è una donna, Sheika Lubna al Qasimi.
Da voi, in Italia, avete mai avuto un ministro dell'economia donna?
(..) in realtà chi continua a identificare il Golfo con le donne velate e arcaismi è destinato a non vedere l'essenziale, che stupisce me per prima: il mondo arabo sta scegliendo l'intelligenza femminile per costruirsi un nuovo modo di vivere e comunicare.
di Fatema Mernissi, D di Repubblica, 15 ottobre 2005. L'autrice, nata a Fez, in Marocco, nel 1940, è docente di sociologia all'Università di Rabat, studiosa di Corano e scrittrice. Nei suoi libri, sostiene una visione pluralistica della società islamica, fondata sull'umanesimo e sul femminismo e opposta alle concezioni e alle pratiche dell'estremismo integralista. Tra i suoi libri, consiglio La terrazza proibita e L'harem e l'Occidente.
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