In viaggio. Una riflessione su come le persone siano estremamente disciplinate quando devono sistemarsi su un aereo (in fondo, in pochi minuti prendono posto centinaia di persone con relativi bagagli in spazi decisamente angusti) e di come perdano il controllo quando devono scendere (mentre il capitano invita tutti a rimanere seduti con le cinture allacciate e a non accendere i cellulari, la metà della gente è in piedi con l'immancabile cellulare appiccicato all'orecchio).
Ma soprattutto una buona lettura: l'ultimo romanzo di Fabio Volo. Mentre mi ritrovo persa nella vita di Federico e di Michele, mi si avvicina lo stewart e mi chiede se il libro mi piace. Lui ha letto i precedenti e concordiamo sul fatto che Fabio sia un ragazzo come noi, ma con la straordinaria abilità di descrivere la nostra generazione e quello che ci passa per la testa. Dai dubbi esistenziali alla necessità di leggere le etichette del docciaschiuma quando ci capita di andare al bagno a casa altrui... mi piace questa conversazione. Sull'aereo finisco il libro e mentre scendo dal veivolo, ormai giunta alla mia destinazione, estraggo il volume dalla borsa e lo ragalo allo stewart. "Questo è per te io l'ho finito..". Mi dispiace per Fabio, che venderà forse una copia in meno del suo libro, ma sono felice di aver condiviso un qualcosa di bello per me, con uno sconosciuto.
3 comments:
Bellissimo gesto Chiara, il possesso serve a poco (soprattutto in ambito culturale, ma non solo...).
Qualche tempo fa liberavo i miei libri in modo sistematico ora preferisco fare alla tua maniera.
...ue' raga mi faccio vivo io...
sto pensando se quel che hai scritto sia più congeniale per la scena iniziale o finale di un libro... forse
come ultima scena sarebbe il massimo... leggi Licalzi ("IO no" e "non So")
concordo su Fabio Volo: penso sia il cordone ombelicale di una generazione
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