Sunday, January 07, 2007

Voglio tediare

Il viaggio mi rende filosofica. Quando viggio non amo parlare. Guardo le cose scorrere dai finsetrini e con la stessa velocità lascio scorrere i miei pensieri. Me lo dicono tutti: penso troppo, you overthink. A me non dispiace, amo viaggiare con la mente, cercare di capire, perchè in fondo è anche per questo che siamo stati creati. Credo.

E allora nel viaggio dal mio bel Friuli all'Egitto mi si avvicendano tanti pensieri in mente. Perchè la mia vita non è forse stata straordinaria, ma neppure nella norma. Ho scelto di vivere all'estero per voglia di conoscenza per venire in contatto con culture, sapori, odori nuovi. Volevo lavorare nello sviluppo perchè ero stanca di essere privilegiata e sentivo la responsabilità di aiutare, Dio solo sa come, chi era stato meno privilegiato di me nella propria esistenza, solo per essere nato/a in un Paese diverso, del Sud del mondo. Insomma, non mi volevo sentire come tanti miei coetanei italiani "penso a quanto è bello sentirsi egoisticamente vivi e fanculo tutti gli altri" (dal blog de il Visionario, decisamente indicativo).

Adesso che sto per iniziare il terzo anno della mia vita dedicata al lavoro nello sviluppo in Egitto, sbarco al Cairo e non ho la peculiare sensazione di essere nel glorioso Paese dei faraoni, ma in quel polpettone fatto di ignoranza, povertà, miseria, ingiustizie sociali, impregnato di odore di benzina, povere ed escrementi che nel mio cervello rappresenta il cosiddetto "Sud del Mondo": ragazzi, non distinuguo più i singoli Paesi. I Paesi del Sud del mondo ora mi sembrano tutti terribilmente uguali. Formicai brulicanti, come mi erano sembrate le stazioni ferroviarie dell'India, i suk del Marocco e della Giordania, l'aeroporto del Cairo, le patetiche costruzioni fatiscenti del Minas Gerais.

Il sottosviluppo ai miei occhi ha ormai lo stesso colore di polvere, lo stesso odore malamente celato dall'aroma pungente delle spezie.

Sto lentamente ma inesorabilmente diventando assuefatta. Non mi indigno più. Perchè? Me l'avevano detto quanto poteva essere frustrante cercare di caricarsi i problemi del mondo, perchè nessun individuo cambierà mai l'ordine costituitosi. Ma neppure le grandi organizzazioni mondiali cambieranno mai nulla. Anzi, son proprio loro i ricettacoli di certi comportamenti criticabili ed oramai accettati e diffusi su scala mondiale.

Cerco di mantenere ancora una certa fiducia nella società civile.

3 comments:

Anonymous said...

Come condivido Chiara! Come sento mia quella specie di patina che ti avvolge quando osservi un paesaggio che hai già percorso tante volte, che hai scelto anche se non t'appartiene, quel senso, in fondo, di totale, sconclusionata, impotenza.
Quei Paesi ci sembrano tutti uguali perchè noi abbiamo cambiato occhi o perchè alla fine uguali lo sono davvero, nelle miserie, nei tristissimi tentativi di emulare l'occidente nei gusti, nelle forme, nelle filosofie. Ci sembrano tutti uguali perchè si sforzano tutti di assomigliare a noi? Credo sia già importante essercene rese conto, il primo passo per ripulirci gli occhi. Basta cercare, le differenze ci sono, eccome! E una volta trovate, ho l'impressione che ce le portiamo dentro....

abrazo!
leti

Anonymous said...

Hi Chiara ... leggo un po' di stanchezza ... se ti può consolare il tuo è un passaggio obbligato nel percorso della vita ... c'è chi lo vive (con più o meno intensità) e poi lo supera, perché comunque c'é tanto di positivo e pulito ed energico nel mondo ... vedrai tra 20 anni!!!!! (se ti può consolare, oggi a casa tua c'è una nebbia orrenda che rende tutto bigio ... a Udine obbligo di targhe alterne per smog) ... mandi

Anonymous said...

Probabilmente e' giunto il momento di ...trovare nuovi stimoli, riprendere in mano le redini e non farsi trascinare da cio' a cui forse hai concesso troppa confidenza...

P