Sunday, February 17, 2008

Microcredito, moda e musica


Grande battage pubblicitario per la nuova istituzione di microfinanza finanziata dal gruppo Benetton (sì, proprio quello che delocalizza la produzione dei propri capi nei Paesi in via di sviluppo, per risparmiare un po' sui costi, soprattutto della manodopera..) e nata su iniziativa del cantante senegalese Youssou Ndour.
Come recita il sito dell'incredibile e di sicura efficacia campagna pubblicitaria, Africa Works –questo il claim della campagna realizzata da Fabrica, - presenterà in tutto il mondo attraverso affissioni e stampa, a partire dal febbraio 2008, le immagini di lavoratori senegalesi che, grazie a finanziamenti dedicati, hanno avviato piccole e produttive attività imprenditoriali. Ritratti dal fotografo James Mollison con i loro strumenti professionali su un fondale neutro, questi lavoratori- tra i tanti, un pescatore, un imbianchino, un musicista, un gioielliere, una contadina, un sarto, due venditrici di tessuti, un boxeur – diventano, da figure quotidiane, i simboli concreti di un’Africa che attraverso la dignità del lavoro combatte la povertà, propone uno sviluppo equo, valorizza le proprie ricchezze, ridiventa artefice del suo futuro.

L'istituzione non è ancora avviata e già si parla di successo, raccontando le classiche "success stories" che accompagnano ormai da anni ogni articolo sul microcredito che si rispetti: tasso di restituzione del 98%, grande impatto sociale, sviluppo della microimprenditoria e così via. Nulla di nuovo sotto il sole per chi, come me, si occupa da secoli di microfinanza. Singolare è il gruppo di artisti che si sono uniti a Youssou Ndour, come Patty Smith e gli italiani Francesco Renga ed Irene Grandi. Eccoli tutti insieme a cantare per il microcredito e a posare sorridenti nello scenario senegalese per la copertina della rivista Vanity Fair (che a fine articolo ringrazia Emporio Armani per gli abiti indossati da Francesco e D&G e Ferrè per quelli indossati dalla Grandi).

Insomma, capite quale sia qui il mio punto. Ben venga una nuova istituzione di microcredito che aiuti la piccola imprenditoria e l'autosviluppo in Senegal. Va bene anche la diffusione dei principi della microfinanza, ivi inclusa la storia del premio nobel Younus, ormai universalmente riconosciuto come il padre della microfinanza. Ma attenzione: la microfinanza è uno strumento di sviluppo delicato e va trattato con professionalità. Le istituzioni sono sempre in bilico tra il loro obiettivo di sviluppo sociale e la propria sostenibiltà finanziaria, un'istituzione non sostenibile è di fatto un fallimento che può portare a danneggiare più che ad aiutare una comunità. Se tale equilibrio non è mantenuto, le istituzioni possono trasformarsi in capestro (anche involontario) per i poveri, portando a fenomeni estremamente preoccupanti quali il suicidio per debiti dei beneficiari/clienti.

Non sono contraria alla campagna in sè, ed al coinvolgimento di volti noti (soprattutto se Africani) ma la microfinanza esiste da tempo e il rigurgito di concetti imbelletati dalle foto colorate in pieno stile United Colors mi ha davvero colpita. Cercherò di tenere d'occhio l'andamento di questa istituzione. Mi incuriosisce davvero. Se lo volete fare anche voi, il link è www.birima.org

No comments: