Tuesday, December 30, 2008

غزة




A sostegno delle attività di aiuto e soccorso, Save the Children ha attivato una RACCOLTA FONDI: per donazioni è possibile collegarsi al sito www.savethechildren.it o telefonare al numero verde 800 900 063.

4 comments:

Chiara said...

Trascorro la mattina leggendo vari giornali on line. Da Repubblica a BBC ad Haaretz, mi interessa capire cosa pensano le persone della situazione attuale a Gaza. Trovo molti commenti che rispecchiano il mio modo di pensare.

Dal sito di BBC:

"Very resolvable; simply insist that Israel return the occupied territories; this is the cause of the problem; it has been and always will be!"

"How can one side say they have a right to defend themselves, without acknowledging that so does the other?"

Ma soprattutto, il blog di Enrico Franceschini su Repubblica.it:

"Israele non trasformerà mai la sua potenza militare in sicurezza strategica. Se ci fosse bisogno, potrebbe vincere una guerra contro tutti i suoi nemici messi insieme, ma se vuole la pace deve prendere una decisione che ha evitato per 40 anni: ritirarsi dai territori occupati palestinesi. Le vittorie militari e le conquiste di territorio sono futili. La sicurezza verrà solo con una soluzione politica.

Queste parole non le dico io. Le ha dette l’attuale primo ministro di Israele, Ehud Olmert, nell’intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth con cui lo scorso settembre preannunciò le dimissioni a causa delle accuse di corruzione nei suoi confronti. Un editorialista del Financial Times, Philip Stephens, le ha usate come lead del suo articolo di oggi, senza metterle tra virgolette, e io ho fatto lo stesso - a dimostrazione che quello che scrivono, pensano o dicono in tanti, di fronte al conflitto israeliano-plaestinese, non è una posizione anti-israeliana o antisemita, bensì riflette il pensiero del premier (sebbene non lo sarà ancora per molto) dello Stato ebraico, che evidentemente ha a cuore il destino del proprio paese e del proprio popolo. “Quello che dico”, affermava Olmert in quella intervista, “non è mai stato detto da un leader di Israele. Ma è venuto il momento di dire queste cose”. Poi però, invece di perseguire una soluzione politica del conflitto, Olmert ha ordinato di attaccare Gaza. Sarà un’altra, come lui stesso le definisce, “futile vittoria militare”?"

Chiara said...

Dal sito del TG3:

18 giorni dall'inizio dell'invasione di Gaza . Si muore nella Striscia e per chi riesce a sopravvivere, la situazione è al limite. Una operatrice umanitaria dell'associazione internazionale Save the Children, Dominique Sbardella, ci racconta, dai territori palestinesi, le condizioni dei bambini e delle persone a Gaza.


Dominique, dove si trova in questo momento?
Sono a Ramal perchè gli israeliani hanno chiuso le frontiere al nord della striscia dal 4 novembre . Aspettiamo il visto da parte dell'esercito di Israele per entrare nella Striscia di Gaza e portare il nostro aiuto. A Gaza però ci sono altri nostri operatori umanitari che stanno lavorando intensamente per cercare di alleviare le sofferenze della popolazione, ormai stremata dal conflitto. Ma sono veramente pochi rispetto alle esigenze.

Quali sono le dimensioni della guerra?
Enormi, così come enorme è l'emergenza. Deve pensare che si spara ormai sia dall'alto che da terra. In più, c'è il problema delle bombe al fosforo bianco che, in effetti, non sono bandite dal diritto internazionale se usate come fumogeni, ma che, a quanto pare, stanno provocando ustioni gravi alla popolazione. Tra l'altro, non essendoci osservatori nella Striscia, non è possibile prelevare dei campioni di questo tipo di bombe per farle analizzare e bandirle.


A quanto è arrivata la conta di morti e feriti?
Ha superato i 900 morti, di cui 189 bambini e 3000 feriti. Le stime però sono assolutamente parziali perchè in molte zone le ambulanze non arrivano. Inoltre, gli ospedali non hanno le attrezzature necessarie a curare tutti. Mancano i farmaci, e i medici sono pochi rispetto alle dimensioni del conflitto. E poi a comunicazione all'interno della Striscia è stata neutralizzata. Gli israeliani hanno colpito le zone di erogazione di energia elettrica quindi la popolazione è completamente isolata.


Le tre ore di coprifuoco bastano per aiutare la popolazione?
No! In tre ore si riesce a fare ben poco. I nostri operatori non sono liberi di muoversi e, con l'emergenza che incombe, tre ore passano in fretta. La gente si reca nei mercati per comprare i generi di prima necessità, ma il costo dell'acqua, ad esempio, è raddoppiato e, cosa ancor più grave, le persone hanno esaurito il denaro per comprare qualunque cosa. Le banche sono chiuse da quasi un mese e gli sportelli automatici bancomat non funzionano.


Ieri da un sito sono arrivate minacce agli operatori umanitari stranieri, accusati di sostenere Hamas, avete paura?
No. Tra l'altro il nostro contributo esula dalle posizioni politiche. Le posso solo dire che gli operatori si possono muovere pochissimo e, ripeto, sono pochi. Inoltre, quelli che sono dentro la Striscia, sono costantemente in pericolo per gli intensi combattimenti. Non riescono nemmero a distribuire 2000 kit pronti. Speriamo solo che la guerra finisca presto. Ormai non ci sono più risorse di nessun genere. A Gaza non entra nulla.
La gente è stremata, non dorme da 17 giorni, e le conseguenze materiali e psicologiche saranno enormi, soprattutto per i bambini.

Per aiutare le vittime della guerra Save the Children ha lanciato una raccolta di fondi. Per maggiori informazioni basta contattare il sito www.savethechildren.it oppure telefonare al numero verde 800900063

Chiara said...

Il Comune di Bolzano ha deciso di destinare un contributo di 5 mila euro all'associazione Save the Children che si occupa di minori nella striscia di Gaza. "Il conflitto israelo- palestinese - ha detto il sindaco Luigi Spagnolli - sta vivendo una fase di particolare recrudescenza. Solo nella striscia di Gaza ha causato ormai quasi mille morti secondo le più aggiornate fonti, di questi sicuramente un terzo sono civili e moltissimi bambini. Il Comune di Bolzano in quanto ente sensibile alle tematiche della pace prova profonda preoccupazione ed angoscia per gli esiti del conflitto ed invita quindi il governo italiano a svolgere tutti i passi diplomatici necessari per porre fine alla guerra augurandosi che entrambi i popoli possano vivere in pace e in sicurezza". (ANSA).

Chiara said...

Il sionismo ha conseguito un trionfo inaspettato. Ha prodotto, per usare l'espressione di Amos Elon, un'immagine speculare di se stesso: il nazionalismo palestinese, il desiderio di un proprio Stato da parte di un popolo espropriato.
Mordecai Richler "Quest'anno a Gerusalemme", Adelphi