Sunday, May 10, 2009

"No all'Italia multietnica"

Io vengo da una regione di confine. Ho appena respirato il clima della guerra fredda, che ci divideva con muri di piombo dall'Est, minaccia per l'incolumità del mondo occidentale. Adesso quando varco i confini tra l'Italia e la Slovenia senza neppure accorgermene, senza rallentare, senza dover render conto di nulla a nessuno, sorrido.

Piano piano, alcune barriere sono cadute, l'Europa si è allargata, i popoli si sono un po' mischiati. In fondo tutto ciò esiste da sempre. Per una ragione o per l'altra, la gente si sposta. Spesso si cercano migliori opportunità. Alle volte s'insegue un sogno, un amore. Altre volte si contraggono dei debiti, che vanno ripagati.

Questa è una verità, imprescindibile. Solo un irresponsabile non se ne renderebbe conto. Solo un irresponsabile nasconderebbe la testa nella sabbia, fingendo che gli immigrati non esistano, perchè nella sua mente non devono esistere. Perchè non gli piacciono.

Da anni l'Italia deve gestire il flusso degli immigrati irregolari attraverso una legge inadeguata (anche secondo uno dei due politici che le hanno dato il nome): la Bossi-Fini. Il problema non si risolve fingendo che non sussista. I clandestini non scompaiono, se la legge sull'immigrazione non ne prevede la presenza sul territorio nazionale. Bisogna aprire gli occhi. Aprirsi in maniera adeguata al mondo, che è per definizione multietnico. E dare l'opportunità a chi manifesta un'intenzione seria di radicarsi su un territorio, nel rispetto delle leggi. Quando sono adeguate.

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