Friday, May 28, 2010

Amartya Sen al Festival delle Letterature di Roma

Quando entra con passo incerto e a capo chino, parte un lungo e spontaneo applauso. Amartya Sen, economista indiano Premio Nobel per l'economia, sorride e comincia a leggere con voce un po' biascicata un suo saggio sull'attualità della figura di Adam Smith. Sen si offerma a lungo sugli aspetti meno conosciuti al grande pubblico della produzione del celeberrimo economista inglese, in particolare "La teoria dei sentimenti morali" (The Theory of Moral Sentiments, 1759).
Cita Sen: How selfish soever man may be supposed, there are evidently some principles in his nature, which interest him in the fortunes of others, and render their happiness necessary to him, though he derives nothing from it, except the pleasure of seeing it. Riscopre in Smith una figura antirazzista, che crede nell'uguaglianza come principio opposto alla disuguaglianza, che critica il governo inglese in India e l'atteggiamento poco ortodosso dei britannici nei confronti degli irlandesi, tanto da scrivere un elogio del potere nutritivo delle patate, notoriamente cibo prediletto (se non altro per necessità) dagli irlandesi stessi.

Sen continua spiegando l'idea di Smith secondo cui le norme sociali non possono che spingere verso modelli di solidarietà e integrazione sociale; sottolinea come l'erogazione di servizi essenziali, come l'educazione, debba essere universale e gratuita, perchè è attraverso l'opportunità di ricevere un'educazione che il filosofo, e qui cita l'esempio di Smith, diventa tale e si differenzia dal cocchiere, e conclude dicendo che quello di cui si ha bisogno adesso è una chiara comprensione di come funzionano le diverse istituzioni e come una varietà di organizzazioni, dal mercato allo stato, possono andare al di là di soluzioni a breve termine per questioni attuali come la crisi finanziaria, contribuendo alla costruzione di un mondo economico pù decente.

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