Monday, May 31, 2010

Maxxi - Roma

Ha aperto ieri i battenti al grande pubblico il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Io ero tra i primissimi in fila ieri mattina, pronta ad entrare nel mondo dell'arte contemporanea. Molto curiosa di vedere da vicino il famoso progetto architettonico di Zaha Hadid, architetto anglo-iracheno, ma soprattutto donna, mi sono avventurata tra le gallerie e sulle scalinate sinuose dell'edificio. A volte con l'impressione di essere in un rozzo garage multipiano, altre meravigliata dalla sinuosità dell'edificio, ho dato spazio alle opere, per poi uscire con un senso di profonda angoscia, pensando alle manifestazioni artistiche più sopraffine (o almeno considerate tali) del XXI secolo. Accolti da un enorme scheletro umano ci si avventura nelle sale in cui manichini senza testa dialogano tra loro con indosso abiti batik (Yinka Shonibare), in cui ricchi lampadari barocchi diventano, grazie ad una pelliccia di volpe, una scatola di cartone ed un abat-jour, metafora del mondo dei clochard (vedovamazzei), e in cui sculture di plastica nera piangono inquietanti lacrime nere e dense, in una triste metafora del mondo ivischiato nella propria agonia.
Non c'è leggerezza in queste opere. I materiali, i più disparati, gridano la vendetta della natura sull'uomo, che tradisce un avvicinamento pericoloso e sterile verso le macchine, la plastica e la negazione di se stesso.
(Foto: Maxxi Flickr)

1 comment:

Anonymous said...

Consiglio: va a vedere i musei vaticani, gli Uffizzi,Pompei. Ascolta musica classica.

Per gli artisti del XXI anche la cacca è arte. metafora dell'universo in formazione. ed il rumore dolce melodia. Beati loro.

Che tristezza.