Il Guardian pubblica un articolo che probabilmente in Italia non passerebbe i limiti della censura, analizzando il fenomeno della dipendenza dell'utenza femminile di Internet dalla pornografia. L'articolo non dibatte l'accesso ai siti di contenuto pornografico, bensì un vero e proprio problema di dipendenza che porta 70 donne all'anno al servizio di counselling denominato, in maniera piuttosto cruda, Quit Porn Addiction. "Due anni fa non c'era nessuna donna che richiedesse questo tipo di supporto", riporta il fondatore e counsellor Jason Dean, che approfondisce anche il fatto che le donne, a differenza degli uomini, dicono di sentirsi colpevoli tanto da giungere a fenomeni di vera e propria depressione per la mancata accettazione intellettuale di una simile scelta. Tradizionalmente infatti le voci femminili si sono sempre levate contro la pornografia, se non altro per il modo in cui quest'ultima dipinge il corpo delle donne ed il loro ruolo nell'atto sessuale. In America il fenomeno è stato addirittura analizzato in un libro, intitolato Dirty Girls Come Clean: l'autrice ha aperto anche un blog, ed un sito (forse più per promuovere il libro stesso che ai fini di una vera sensibilizzazione) secondo la logica del "forgive yourself for being tempted and having a few orgasms. If it goes beyond that, there are people outside who can help".
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