
Ieri sera mi è arrivato tra capo e collo, quel messaggio lapidario. "Hanno rapito Vittorio a Gaza". E quel video, ingurdabile, straziante su Repubblica. Quel volto tumefatto, il nastro adesivo sugli occhi, una musica inascoltabile. La notte tormentata e la paura di sapere quello che già maturava come consapevolezza.
Vik è morto, è stato assassinato. E a chi mi ha chiesto se vale la pena morire "per quella gente" io non posso che rispondere che non so se vale la pena morire per la Palestina ma che credo, fermamente, che valga la pena morire per ciò in cui si crede. Ce ne fossero, di Arrigoni al mondo. Di persone coerenti, amanti della pace e della giustizia. Vik non tornerà in Patria con gli onori di una bandiera avvolta attorno alla sua bara. Ma a Gaza e in Cisgordania la bandiera italiana avvolgeva oggi le spalle dei Palestinesi che per lui sono scesi in strada, perchè Vik era uno di loro, era uno di noi. Io credo che lui abbia mostrato un vero e raro esempio di lealtà verso i propri valori, di coerenza, di umanità, di equità. Impegno sociale. Accanto ai più deboli. Glielo dissi, tempo fa, che mi sentivo onorata di poterlo conoscere, e oggi lo sono ancor di più. Ma sono anche addolorata, nel lutto che accompagna la perdita di una persona importante.
Ciao Vittorio. La tua grande lezione di vita ci renda coscienti dell'importanza di restare umani.
1 comment:
E si , deve essere stato un Grande.
Hanno fatto una Bella Ciao per Vottiro in Arabo ( credo ) su yuotube. Bella.
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