Saturday, September 03, 2011

Welcome to Italy. Ovvero: dalle piccole cose capiamo perché l'Italia non cambierà mai.

Sì, mi fa male andare in Scandinavia. Forse fa ancora più male rientrare in Italia e fare i conti, one more time, con la realtà del Belpaese.
Rientro da Oslo, aeroporto di Fiumicino.

Dopo 15 minuti dall'arrivo dei passeggeri nell'area dedicata al ritiro dei bagagli, mi rendo conto che il nostro volo semplicemente non appare sugli schermi, e probabilmente non ci apparirà mai. Vado al banco assistenza clienti dove un'impiegata prima mi invita a leggere meglio gli schermi, poi mi dà ascolto e decide di chiamare il responsabile dell'azienda che si occupa dello smistamento dei bagagli. Nel frattempo riceve un'altra chiamata, e si mette a chiacchierare. Io resto lì, in attesa, finché si sente un annuncio che invita i passeggeri del volo proveniente da Oslo ad andare al nastro 8.

Mi reco al nastro 8 e trovo i miei compagni di viaggio, in attesa. Dopo 15 minuti un altro avviso ci invita ad andare al nastro 11, anziché all'8. Ci spostiamo tutti, e cominciamo a dare i primi segni di cedimento. Al nastro 8 è un delirio, ci sono almeno altri 2 voli in attesa.

Aspettiamo.

Dopo 20 minuti decido, per curiosità, di tornare a dare un'occhiata al nastro 11. Lì incrocio una signora con una busta dell'aeroporto norvegese e le chiedo: "Are you coming from Oslo?" "Yes" "Where did you find your luggage?" "Belt 11. They gave the wrong information. Twice". E sospira. 

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