Sunday, October 09, 2011

On Revolution Road

Mostra fotografica di Yuri Kozyrev alla galleria 10b Photography alla Garbatella.


Scendete le scale, entrate nello spazio espositivo. Le pareti sono bianche, le luci ben posizionate, ma nel complesso quasi soffuse. Le foto che troverete alle pareti infatti ispirano un sentimento di profondo rispetto. Vi accoglierà un pescatore di Aden, in Yemen, che trasporta un pesce al mercato. Ma il fotografo vi mostrerà anche cos'è lo Yemen di oggi, dove gli uomini si gonfiano le guance di khat e restano assuefatti dalla droga, sui prigionieri vengono spente le sigarette lasciando profonde bruciature, la gente scende in piazza e le donne piangono i propri morti. Anche in Egitto, Libia e Bahrein nei mesi scorsi la gente è scesa in piazza e le donne hanno continuato a piangere. Ma quello che ci vuole mostrare Kozyrev va al di là degli ormai noti luoghi comuni sulla Primavera araba. La sua idea è chiara, fin dall'inizio. 

"Soprannominata Rivoluzione dei gelsomini, Primavera araba o anche Rivoluzione di facebook, questo forte vento di Scirocco sta attraversando il Nordafrica e il Medio Oriente. Un vento di determinazione in corso che cerca di ridefinire l'animo di ogni paese.
La maggior parte delle notizie relative agli eventi rivoluzionari si è concentrata sugli elementi comuni alla regione: la giovane età degli insorti, l'uso astuto che hanno saputo fare dei social network e l'adozione (nella maggioranza dei casi) di proteste non violente come strumento politico. Mentre attraversava i diversi territori, catturando immagini della Libia, dell'Egitto e del Bahrain, Kozyrev si è accorto delle differenze in cui s'imbatteva: i ribelli di Bengasi e i manifestanti del Bahrain stavano sì combattendo contro la dittatura, ma i loro approcci e aspirazioni non erano gli stessi. Lo scenario di ciascuna rivoluzione si è dispiegato in modo autonomo, ognuno con i suoi eroi, le sue crisi e il suo specifico racconto. Ogni rivoluzione si è sollevata dal terreno arido di un distinto regime e dalla profonda volontà delle generazioni più giovani di riappropriarsi del destino del proprio paese."

Ecco allora che nelle immagini provenienti dalla Libia vedrete guerrieri, combattenti, uomini armati, mezzi incendiati. In Egitto intravedrete tra i colori della bandiera donne velate ma sorridenti ed energiche, accanto a uomini malridotti e fasciati, ma ancora lì, a presidiare piazza Tahrir. E in Bahrein, donne avvolte dai loro abiti neri in piazza, al volante, ma anche all'obitorio (foto a destra), a riconoscere i corpi dei loro morti. 

Il vento della Primavera araba visto da Kozyrev ha davvero tante sfumature. Non vedrete ragazzi che "twittano con il blackberry", ma la cruda realtà della guerra, della rivoluzione. Il sangue, quello vero. I corpi bruciati in un magazzino, che quasi ne sentirete l'odore penetrante, anche voi spettatori come gli uomini lì ritratti, che si coprono il volto per non sentire la puzza. Gli obitori, i medici che piangono, disperati, in ospedale. Sentirete le preghiere ad Allah davanti ai giovani libici inginocchiati a pregare. L'odore del mare e del petrolio bruciato. Il rumore della pioggia in uno dei pochi giorni in cui cade in Egitto, assieme alle pietre della rivolta del popolo. 

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