Friday, January 18, 2013

Storia quotidiana.

C'è un angolo, tra via Cavour e via di Santa Maria Maggiore. Dopo un negozio di scarpe stravaganti, una saracinesca chiusa. Lì un tempo c'era un ristorante, dove un musicista suonava instancabile un pianoforte a lume di candela. Le candele colavano rigorosamente la cera copiosa su bottiglie di vino vuote, in cui venivano incastonate.
Oggi su quel punto preciso, si ferma sempre qualcuno. Pochi ricorderanno il pianoforte, la musica, i tavoli di quel ristorante sparsi sul marciapiede d'estate. Molti però si fermano proprio lì e trovano riparo su quel gradino. Un papà cinese che aggiusta la sciarpa alla figlia imbacuccata, una coppia che si sbaciucchia incurante del mondo, i turisti tedeschi intenti a studiare la cartina, il migrante venditore di rose stanco, il ragazzino con il cavallo dei jeans troppo basso e le cuffie troppo grandi che si deve allacciare le scarpe da ginnastica oversize.

Pochi lo ricordano, io ci passo davanti tutti i giorni e penso sempre alla cera delle candele che rischiaravano quel pianoforte. 

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