
Due rampe di scale scrostate, trucioli ovunque, ed eccoci infine davanti ad una porta in ferro, aperta con indolenza da un impiegato locale stanco ed imbacuccato. E' sabato mattina, perdio, piove e fa freddo. Ma noi imperterriti ci avventuriamo nel sottosuolo di un'ex fabbrica di pasta, poi trasformata in magazzino per il teatro, alla scoperta di una realtà quasi sconosciuta ormai, ma straordinariamente affascinante: il culto di Mitra.
Un'iscrizione sul muro ci dice che "magica inbiti fas"- "è lecito entrare nelle arti magiche". Concordo con chi, migliaia di anni fa, ha lasciato quest'iscrizione in un luogo tanto sacro. Peccato che all'epoca la religione misterica fosse di fatto proibita alle donne.
Tra le spiegazioni di tali raffigurazioni, prediligo quella secondo cui questa non è altro che una rappresentazione del cosmo secondo la concezione geocentrica dell'epoca, guarda caso proprio nell'Era del Toro, a cui è seguita quella dell'Ariete, a cui è a sua volta seguita l'attuale era, quella dei Pesci. Il passaggio tra ogni era è stato caratterizzato da potenti simboli: dall'uccisione del toro all'immolazione dell'ariete tipica della tradizione ebraica alla raffigurazione del pesce come simbolo di Gesù Cristo (che nei Vangeli dice: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine dell'età presente" quando "vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua" - l'era dell'Acquario).
Ecco quindi che in questa concezione, l'ormai dimenticato culto di Mitra assume un significato straordinario e sicuramente molto affascinante. Piccole tracce sparse nei pochi mitrei che ancora possiamo visitare lasciano capire quali potessero essere allora gli stadi dell'iniziazione al culto: dal corvo al leone, gli animali rappresentanti indicano un parallelo con il percorso del fedele. Quello del corvo ad esempio era il primo grado iniziatico, quello del leone il quarto, rappresentato da una figura con testa leonina ed un serpente avvolto attorno al corpo, in equilibrio su una palla contrassegnata da una X, simbolo dei due circoli dello zodiaco e dell'equatore celeste (Zervan leontocefalo). Mitra era venerato appunto perché foriero di quella che sarebbe stata la fine di un'era, quella del toro appunto, ed aveva dunque il potere di influenzare un'inversione della sfera cosmica (esistono infatti rappresentazioni di Mitra circondato dall'intero zodiaco).
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